Un caffè per partire,
un tè per restare


Il caffè e il tè: due piccoli rituali
per sentirci umani

7 settembre 2025

Nella mia cucina, dove c’è sempre una moka che borbotta, c’è sempre anche dell’acqua calda per il tè.

Sono due bevande completamente diverse, che raccontano due modi differenti di vivere il tempo.

E ogni volta che ne scegli una invece che un’altra, stai anche scegliendo che ritmo dare al tuo tempo.

Il caffè ti fa subito venire in mente l’Italia e gli italiani, che bevono il caffè quasi come respirano: è il primo pensiero del mattino, è un simbolo di socialità, un invito a scambiare due chiacchiere insieme, ma in velocità.

Per gli italiani, di solito il caffè è una parentesi breve e intensa, che mette (o rimette) in moto.

Bere un caffè al bar vuol dire concedersi una pausa, per parlare, per ricaricarsi, per poi tornare velocemente nel mondo e nella sua frenesia.

Non c’è solo il caffè del bar, c’è anche quello casalingo, molto più intimo, con la moka che borbotta e con il suo aroma che si espande dalla cucina in tutta la casa.

Se il caffè in Italia ti fa partire, il tè in Russia ti fa fermare.

Quando sono arrivata in Russia per la prima volta, durante gli anni dell’Università, mi sono subito accorta che il tè non era solo quella bevanda calda che conoscevo, ma era piuttosto  una pausa dell’anima.
In Russia, il tè si beve per restare, per fermarsi. È un invito alla calma, un modo per stare insieme, senza fretta.
Con il tè si serve sempre qualcosa da mangiare, ed è un’occasione per parlare, ricordare, ridere, e anche per tacere, insieme, senza imbarazzo.

E il samovar, simbolo del tè, nella cultura e tradizione russa è il cuore della casa.

E quel suo vapore che sale, ti fa venire in mente che la vita si può anche bere piano, con rispetto, nella calma.

Bere il tè è un rito, è soprattutto espressione di ospitalità e relazione, un invito a raccontarsi, fuori dal tempo.

Entrambi, caffè e tè, sono piccoli rituali per sentirci umani.